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Un po’ di storia…
Come è ormai tradizione, il Monte-Carlo Historique prende il via anche da Torino. Una tradizione che affonda le radici nell’essenza vera di quello che, o meglio è stato, il Rallye di Monte-Carlo. Questo evento ha avuto, fino al 1996, una lunga tappa di avvicinamento, con vetture che partivano da mezza Europa. Proprio la cancellazione di questa tappa e la voglia di ricreare qualcosa di avventuroso, ha spinto gli organizzatori monegaschi a riproporre il Monte-Carlo Historique.
Alla gara possono prendere parte le auto costruite fra il 1955 e il 1997, che hanno preso parte alla competizione monegasca in quel periodo. Il Monte-Carlo Historique non è un rally o una prova di velocità, bensì di regolarità: ai concorrenti è richiesto di percorrere un determinato tratto di strada in un tempo imposto cronometrato al centesimo di secondo.
La competizione nasce con un preciso obiettivo: permettere ai nobili signori europei di trascorrere i giorni più freddi dell’anno in Costa Azzurra. Grazie a questa gara (l’automobile era in quel periodo un lusso di pochi e una nuova attrattiva) i ricchi signori potevano così passare il tempo senza annoiarsi e, al tempo stesso, rimpinguare le casse del Casinò di Montecarlo.
La prima vittoria del marchio Fiat risale al 1928, ad opera di Jacques Bignan, partito da Bucarest, che precede la vettura gemella di Malaret. In quegli anni, tuttavia, il senatore Giovanni Agnelli, fondatore della Fiat, si allontana bruscamente dal mondo delle corse e decide di non permettere più alle auto con il suo marchio di prendere parte alla competizione.
Nel 1954 si registra un memorabile successo di una Lancia Aurelia B20GT, guidata da Louis Chiron e Ciro Busadonna, preludio di una messe di successi che la Casa torinese avrebbe conquistato qualche anno dopo.
Negli anni ’70 il Rally di Montecarlo assume maggior importanza e viene preparato meticolosamente, a partire dall’istituzione da una lunga tappa di avvicinamento che non ha valore a livello cronometrico ma che seleziona drasticamente gli equipaggi. Nello stesso periodo tocca al marchio Lancia, entrata nell’orbita Fiat, difendere l’onore della Casa torinese. Il primo successo arriva così da Sandro Munari e Mario Mannucci, che conquistano, nel 1972, una storica vittoria, grazie ad una lunghissima notte di battaglia su Turini. La loro Lancia Fulvia HF, con il numero 14 sulle portiere, è ancora oggi gelosamente conservata al Museo Lancia di Torino.
Il ritorno al successo del Gruppo Fiat risale al 1975, ad opera di Sandro Munari, che precede le due Fiat 124 Abarth di Hannu Mikkola e del più celebre Jean Todt, e di un giovanissimo Markku Alen e Ikka Kiwimaki.
L’anno successivo il dominio Lancia è disarmante: tre Stratos ai primi tre posti, con Munari davanti a Waldegaard e Darniche. E’ ancora Munari poi, nel 1977, a precedere il nuovo gioiello di Casa Fiat, la 131 Abarth di Adruet-“Biche”, e la Seat 124, sempre di Casa Fiat, degli spagnoli Zanini-Petisco.
L’ultimo ruggito della Stratos risale al 1979, con il successo della vettura dell’importatore francese nelle mani di Bernard Darniche ed Alain Mahe. Ancora terza la 131 Abarth di Alen.
Il 1980 in Casa Fiat si punta tutto sulla 131 Abarth: Walter Rohrl, affiancato da Christian Giesdorfer, la portano al successo, ripetendosi nel 1983 con la Lancia rally 037, una vettura che sulla carta sembra sfavorita, a causa delle sole due ruote motrici, ma che riesce a monopolizzare i primi due gradini del podio.
Il 1986 è l’anno dei “mostri”. Le vetture Gruppo B hanno 600 cavalli nel cofano, quasi quanti una Formula 1, e solo la grande maestria di Henri Toivonen riesce a destreggiarsi sul verglas di Turini, dominando la gara con la S4, affiancato da Sergio Cresto, ed infliggendo distacchi abissali agli avversari.
In quell’anno inizia la bella tradizione della partenza italiana del Montecarlo dal Sestriere. E il Sestriere innevato porta fortuna l’anno successivo al giovanissimo Miki Biasion, accompagnato da Tiziano Siviero: insieme iniziano una serie ininterrotta di successi per le Delta che prosegue fino al 1990.
L’ultimo successo di una vettura del Gruppo Fiat a Montecarlo arriva nel 1992, con Didier Auriol e Bernard Occelli, Lancia Delta HF, partiti ancora da Sestriere.
Poi ecco il disimpegno Lancia dal mondo dei rally e l’abbandono da parte della Federazione delle lunghe, onerose ma affascinanti tappe di avvicinamento. Il primo anno in cui vengono cancellate si registra la vittoria di una giovane promessa biellese, Piero Liatti, un ragazzo cresciuto nel vivaio Lancia, affiancato dalla torinese Fabrizia Pons. |
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